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domenica 21 giugno 2009

28 MAGGIO1993





Allungo la mano a cogliere
il rosso, succulento, invitante
frutto che ammicca nel bosco


Quando lo afferro sento
lo scatto metallico e
la tagliola si prende tre
dita della mia mano destra


Una si chiama Fiducia
Una si chiama Speranza
Una si chiama Amicizia


Guardo incredulo il vuoto
lasciato da quelle dita
perchè le sento ancora
e mi fanno male ancora
come se fossero rimaste lì
attaccate alla mia mano


Chiamo fiducia, ma non può rispondermi
stritolata dal gelido metallo


Chiamo speranza, ma tace e il suo
mutismo mi frastorna e mi scoraggia


Chiamo amicizia, ma risponde uno
strano silenzio, figlio del nulla


Poi arriva il dolore, quello vero,
lancinante e profondo, quello che
ti mozza il fiato, ti fà lacrimare
gli occhi e perdere l'orientamento...


Il dolore, quello che ti hanno raccontato
tutti e tu non hai mai capito.
Il dolore, quello che ti hanno raccontato
tanti senza averlo mai provato...


Quel dolore che prima o poi
cesserà di tormentarmi e lascerà
solo un'orrenda cicatrice a ricordo.
Ma intanto sembra non fnire mai.
Tutto l'universo sembra risucchiato
nel buco nero di questa follia.


Ora cammino nel mondo e
sono circondato da frutti simili
ma non mi fido più di loro.
Non spero di trovarne ancora
Non mi appassiono a studiarli.


Ogni tanto tento di assaggiarne uno
ma il tremore che mi attanaglia
non mi consente di gustarne la
fragranza, tanto meno il sapore,
così perdo interesse e motivo.


Non riuscirò mai a spiegare a parole
o per iscritto il terrore e l'angoscia
che ancora provo dopo tanto tempo.


Solo ora riesco a scriverne,
solo ora riesco a lasciarti andare,
ma sono senza fiato, disorientato
e ho lacrime negli occhi e nel cuore.

2 commenti:

  1. Il terrore accompagnerà sempre i nostri gesti. Il dolore non abbandonerà mai l'ombra dei nostri sentimenti. Il piacere si mescolerà ad esso per creare una letale elisir di lunga vita. Lo assumeremo a piccole gocce consapevoli di quello che stiamo facendo, consapevoli che stiamo eludendo la morte, una volta ancora a scapito della nostra serenità, della vita reale e dei passi comuni. Stiamo mutando. La nostra mutazione farà si che chi è come noi si accorgerà del nostro essere e ci affiancherà in un cammino silenzioso mentre gli altri, impauriti e increduli, ci confineranno alla stregua del loro essere.
    Ora puoi scegliere. Fingere di non provare queste sensazioni e stendere un sorriso sulle tue labbra, o camminare a testa alta mentre piove e cercare di lenire quel dolore destinato a perpertare.

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  2. "...Quel dolore che prima o poi
    cesserà di tormentarmi e lascerà
    solo un'orrenda cicatrice a ricordo..."

    Il dolore deve avere il suo corso, non bisogna assolutamente ostacolarlo, solo così il ricordo non potrà più ferire, ma aiutare a vivere meglio le situazioni che ci si pongono innanzi... Tu sai che parlo con cognizione di causa... Io ho messo su carta il mio dolore,e piano piano, i ricordi hanno cominciato a cicatrizzare, nel modo più giusto! ossia come insegnamento e non come altro dolore. un abbraccio Monica

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