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venerdì 18 marzo 2011

Una vita di corsa (cap.II)

Questo blog è il blog di chi non ha le risposte ma ricorda di farsi sempre delle domande precise. A volte però mi concedo il lusso di fare delle riflessioni, solo quando appaiono nitide e semplici nella mia mente, anche se non sono dotato della capacità di esprimerle così chiaramente e semplicemente come mi appaiono.
Questa società é davvero surreale, finta, diabolica nel suo essere perversa e contorta.
I ritmi che “ci” imponiamo, in realtà sono imposti dalla società stessa, ritmi dettati dalla necessità di sopravvivere in una eterna
corsa alla ricerca di produrre di più, sempre di più, per rispondere alla sempre maggiore richiesta di beni di consumo.
Questo bisogno diventa necessità in virtù della perversa manovra pubblicitaria che  bombardando incessantemente le nostre menti crea l’ idea di non poter fare senza questo e senza quello. Ad esempio: non puoi fare senza automobile e quindi te la devi comprare, dopo 2 o 3 anni la tua è obsoleta, perché viaggiare con la macchina di cartone quando puoi viaggiare su una vera auto dotata di ogni comfort?  Eppure una volta si viveva meglio, qualitativamente parlando, e le macchine non erano il fulcro della vita delle persone. L’ industria dell’ auto ha schiavizzato milioni di persone per produrre auto in una escalation progressiva dopo aver creato lo status dell’ uomo automobilista, l’uomo libero ed indipendente perché ha l’ auto che gli garantisce tale status. In realtà l’ auto ti serve per correre a lavorare sempre più distante e sempre più velocemente… per pagare le rate dell’ auto… e così via. Questo principio lo potete applicare a qualsiasi cosa sia diventata una “necessità” nella vita quotidiana.
Questa entità senza volto, il mercato, la società, creano il bisogno ad arte e poi ti rendono schiavo per soddisfarlo. Anche chi può avere molto alla fine è schiavo, schiavo dei capricci di questa società, schiavo delle sempre nuove proposte create ad arte per essere soddisfatte e tutti giriamo in questa ruota senza fine che obnubila e aliena la nostra umanità rendendoci molto più simili alle macchine che produciamo.
Siamo solo ingranaggi di un grande meccanismo, sempre con orologi in mano a maledire le “sole” 24 ore a disposizione. Colazioni sempre più veloci, pranzi molto fast e cene (perdonate il sarcasmo facile) “furious” (la generazione dei cibi molecolari…). Sprazzi di tempo per lo svago sempre più virtuale perché i rapporti interpersonali “costano”. Costano tempo che non abbiamo, impegno mentale e sentimentale ed energie fisiche che non possiamo permetterci di sottrarre alla nostra corsa per essere “liberi” di soddisfare le nostre “necessità (questo lo approfondirò più avanti).
Dormiamo di corsa senza riposare realmente e abbiamo creato lo stress che è l’ unico vero compagno che ci segue per tutta la vita. Siamo arrivati a sperare che le pillole che permettono di non dormire ci liberino presto da questa incombenza superflua e improduttiva. Polverine magiche e misture chimiche (non ad uso militare) sono lo svago più in voga di questo tempo perché amplificano ed accelerano le sensazioni illudendoci di sprecare meno tempo.
Ma ne vale davvero la pena???
(segue…)

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