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mercoledì 25 novembre 2009

INCONTRI (pensato e scritto in Luglio '09)

 Capita in una soffocante Domenica di fine Luglio di desiderare un pò d' aria fresca, aria vera, non  l' aria finta dei climatizzatori ronzanti. Allora ti armi di volontà e sotto una canicola appiccicosa ti avvii verso il lago di Como, solo qualche minuto di macchina ti separa dal refrigerio delle odorose brezze di lago. Quel lago che appartiene al tuo essere e alla tua vita più ancora della tua terra di origine, quel lago con cui vivi una strana simbiosi di amore e odio.

Capita, in questa atmosfera, di incontrare un sacco di persone che hanno avuto la tua stessa idea. Alcune trasparenti e senza nome, altre variopinte e agghindate per apparire, quelle che vivono il loro esibizionismo allo stesso modo che se fossero a Rimini o a Lloret de Mar. Capita di incontrare turisti al piccolo trotto che si infilano in ogni via, in ogni antro, anche il più insignificante per scoprire chissà quale misterioso segreto, per rubare una immagine o più semplicemente per pisciare. Capita di incontrare amici che non vedevi da qualche tempo, un vecchio pugile suonato che una volta era molto famoso e ora chiede l' elemosina lungo piazza Cavour, oppure capita di incontrare gli occhi accaldati e luminosi del tuo amore che ti sorride felice.
Il sole manda riflessi dorati dalle onde del lago e l' aria sa di alga, di ciambelle fritte, di cioccolata e di salamelle alla piastra con le cipolle e i peperoni. Un' atmosfera magica e rilassante, piacevole e bella.
Tutto è bello, l' atmosfera, i colori, i profumi, le situazioni, i turisti, la gente colorata, la gente trasparente, gli amici, l' amore....
Capita di trovare aperta una vecchia chiesa sconsacrata che ospita la personale di un artista che proprio non conosco Giovanni Cerri.
Sarà che dalla luce piena del sole si passa all' oscurità rischiarata solo da lampade aranciate e dai fari che illuminano le opere, sarà che dal caldo esterno si passa al fresco frizzante che le centenarie pietre garantiscono, ma l'impatto è proprio forte.
Quando si parla di opere di un artista pittore immagini di vedere qualche ritratto, qualche natura morta, un paesaggio, una rappresentazione allegorica....
Ma qui qualcosa non va, lo avverti non appena scopri le sue opere, i suoi ritratti non sono armoniosi e fedeli, sono messaggi vividi quasi incisi violentemente sulla tela, tratti marcati e linee nette, nere che danno una forza e un' intensità a quei volti che sembra quasi ti osservino veramente, come se ti scrutassero oltre la pelle, oltre la barriera degli occhi. Mi colgono dei piccoli brividi, è inaspettato.
Ora osservo una grande tela, un trittico che forma una grande tela, un grande racconto che mi colpisce come un pugno alla bocca dello stomaco.
Si chiama "Gomorra... l' altro Eden". Non ritrae un bel panorama, non un idiliaco angolo di paradiso, bensì un ambiente meno pubblicizzato ma familiare. Sullo sfondo una citta fantasma, nei piani intermedi scene di quotidiana follia distruttiva e sfruttamento. Colori intensi e titoli di giornali che traspaiono dai colori. Scene che puoi trovare tranquillamente in un TG pomeridiano ma non ti aspetteresti di trovarle in un quadro. Un pò suggestionato dalle luci e dai colori della tela mentre realizzo la straordinarietà dell' opera mi scopro a fischiettare un motivo che ho appena finito di ascoltare, la demo di una band molto promettente che ben si adatta al tipo di immagini che sto vedendo, il motivo si chiama "Endorphine Abuse" e la band sono gli "Omega Flare". Vi rendete conto, sono ad una mostra di quadri e mi sto facendo la colonna sonora mentale... decisamente qualcosa non va.
A intricare la situazione, lo sguardo cade su una frase scritta come casualmente in un punto indefinito del quadro, una scritta nera, stizzosa, piccola e quasi fuori luogo che recita: "La bellezza salverà il mondo". Allora ti illumini e cominci a viaggiare nella tua mente, nelle tue endorfine: la nostra epoca è un' epoca molto estetica, ricerchiamo il bello e ci facciamo dannare e ingannare dal bello.
Sempre alla ricerca di cose belle e costose così siamo costretti a lavorare come schiavi per potercele permettere, questo inibisce i rapporti umani che ci possiamo concedere e così per ritrovare belle situazioni le dobbiamo trovare in Tv o nei reality dove gente scelta in base all' estetica vive vite create ad' arte per soddisfare il bisogno estetico dei telespettatori creando modelli estetici che porteranno persone deboli a rischiare la propria salute (se non la vita) per trasformarsi (anche chirurgicamente) per rientrare nei canoni estetici acquisiti dalla società. Mi sembra che questa scritta sia quasi un "j'accuse" dell' artista ad una società che preferisce creare artificiosamente canoni di bellezza e quant' altro per rendere meno amorale la lurida realtà che il mantenimento di questi stessi canoni ha creato. Meglio un reality show di un real life show. Meglio veline e tronisti di sfruttamento e malasanità. Meglio le tette di questa o di quella "attrice" piuttosto che il problema spazzatura o il terrorismo, meglio sapere cosa cucinano a casa del premier o chi si è infilata nel suo letto che parlare di Cosa Nostra con annessi connessi e collusi... (la lista completatela voi nei commenti). Capite cosa voglio dire?
In definitiva se una tela è una tela e il gusto personale determina se ti piace o meno, Cerri va oltre, le sue opere comunque sia le abbiamo create noi con l'indifferenza e l' egocentrismo tipici dell'uomo moderno. Cerri è solo muto (ma non troppo) testimone di una realtà orrenda, sincero e obbiettivo relatore di una società in rapida autodistruzione.
Esco da quella chiesa sconsacrata con una consapevolezza e una lucidità tali da pensare di essere in un trip di polveri non tanto legali, ma convinto di aver fatto un incontro sensazionale.


P.S.
Se volete farvi un' idea sul lavoro degli "Omega Flare", trovate un widget nella sidebar del mio blog, alla vostra destra, con qualche esempio.

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